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Tesori in fototeca

Tesori in fototeca

Tesori in fototeca, in Genova Impresa, n. 4, 2019

Durante il progetto Fotografia e Industria, che ha visto la Promemoria impegnata nella preziosa fototeca della Fondazione Ansaldo, è nata l’idea di raccontare alcune delle meraviglie e delle curiosità che abbiamo scoperto. A rendere possibile questa idea è stata la collaborazione tra la Fondazione Ansaldo e la rivista Genova Impresa edita da Confindustria.

L’articolo propone una riflessione sul luogo di conservazione del materiale fotografico, ovvero la Fototeca. La parola “archivio” solitamente evoca pergamene o carte collocate su scaffali e per lungo tempo non si è pensato alle immagini fotografiche. In Italia quella degli archivi che conservano fotografie è però una realtà ormai sempre più diffusa, maturata con il crescere della sensibilità culturale e dell’attenzione legislativa; infatti nel 1999 con il Testo Unico in Materia di Beni Culturali e Ambientali le fonti fotografiche sono state finalmente incluse tra i beni culturali. 

La fototeca è uno spazio in continua evoluzione, parallela e complementare a quella tecnologica, in cui possono coesistere materiali tipologicamente differenti – quali ad esempio le due fasi di uno stesso scatto, negativo e positivo, oppure una foto digitale che, per una conservazione ottimale, hanno bisogno di specifici accorgimenti.

La Fondazione Ansaldo di Genova, anticipando i tempi, sin dal 1979 ha dato avvio,

con la costituzione della “Sezione materiale fotografico” dell’allora Archivio Storico Ansaldo, ad un’esemplare attività di salvaguardia e valorizzazione della fotografia industriale. Il patrimonio fotografico ivi conservato è attualmente costituito da circa 780.000 pezzi originali tra lastre, pellicole, stampe, diapositive e album; attraverso queste immagini è possibile documentare, a partire dalla fine del secolo XIX, l’attività di decine di imprese, soprattutto industriali, nonché illustrare altri importanti aspetti, quali le trasformazioni tecnologiche, l’organizzazione del lavoro e le forme del paesaggio industriale.

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