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Il convegno su Adelaide Ristori: l’intervento della Cooperativa Promemoria

Il convegno su Adelaide Ristori: l’intervento della Cooperativa Promemoria

L’intervento della Cooperativa Promemoria al convegno “Adelaide Ristori e il Grande Attore. Radicamento, adattamento ed esportazione di una tradizione”

Durante il convegno “Adelaide Ristori e il Grande Attore. Radicamento, adattamento ed esportazione di una tradizione”, che si è svolto a Genova dal 2 al 4 novembre 2022 e che ha visto riuniti gli studiosi e ricercatori di molte università, la Promemoria è stata invitata a raccontare il lavoro svolto, iniziato nel 2020 e tutt’ora in corso, sul ricchissimo fondo dell’attrice Adelaide Ristori, custodito presso il Museo Biblioteca dell’Attore di Genova.

Adelaide Ristori nasce il 22 gennaio 1822 a Cividale del Friuli ed è “figlia d’arte”. I genitori sono anch’essi attori e fin dall’infanzia respira l’aria del palcoscenico. I suoi esordi rivelano da subito le sue eccezionali doti attoriali, tanto da essere scritturata dalla Compagnia Reale Sarda. Nel 1847 sposa il marchese Giuliano Capranica del Grillo e con il marito fonda nel 1856 la sua Drammatica Compagnia Italiana, con la quale reciterà per più di trent’anni in tournée che la porteranno in città e teatri di tutto il mondo. Famosa in Francia e in tutta Europa, è accolta come una diva in Russia, negli Stati Uniti, in Brasile, ricevuta nelle corti e cancellerie più prestigiose. Nel 1874 intraprende addirittura un “Giro del mondo”, che per un anno e nove mesi la porterà nelle due Americhe, in Australia e in Nuova Zelanda. Si ritirerà dalle scene nel 1885, dopo aver recitato in oltre 300 città e 33 stati. In occasione del suo ottantesimo compleanno il re Vittorio Emanuele III le farà personalmente visita, rendendo omaggio alla sua grandezza di donna e attrice. Morirà a Roma il 9 ottobre del 1906.

Nel 1967 la famiglia Capranica ha voluto donare questo complesso documentale al Museo dell’Attore di Genova, costituendone uno dei primi fondi sui quali si è costruito il patrimonio del Museo stesso. Un fondo straordinario sia per la quantità sia per le tipologie del materiale conservato: 15 costumi di scena completi creati per lei da grandi sarti come Charles Frederick Whorth, 36 pezzi di abbigliamento, gioielli di scena, 19 paia di scarpe e un complesso archivistico di 38 metri lineari la cui documentazione è compresa tra il 1838 e il 1928. Le diverse tipologie documentarie, dalla corrispondenza ai diari, dai resoconti delle tournée alle scritture e ai contratti, dai copioni ai borderò e alla documentazione contabile, insieme alla ricca collezione fotografica, ne fanno un unicum tra gli archivi teatrali.

Il bicentenario della nascita dell’attrice ha rappresentato l’occasione per avviare il riordinamento, la catalogazione e la parziale digitalizzazione di questo prezioso materiale, formalmente riconosciuto come “bene culturale” dal 1967. L’intervento archivistico, fortemente voluto e finanziato dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria, è tutt’ora in corso ed è stato affidato alla Promemoria Società Cooperativa che, già nel 2020-2021, aveva effettuato una completa ricognizione del materiale con la redazione di un accurato elenco di consistenza e con la schedatura di alcune serie.

L’archivio presenta una duplice natura, poiché le carte e i materiali che lo compongono raccontano sia l’attività artistica di Adelaide Ristori, con la sua pratica manageriale e la storia della sua “Drammatica Compagnia Italiana”, sia la sua vita privata. Un archivio di persona e d’impresa, dunque, le cui unità non sono sempre facilmente riconducibili a questi due ambiti che a volte si sovrappongono o procedono paralleli, ma che insieme ci raccontano la complessità e la ricchezza della vita artistica dell’attrice marchesa. L’obiettivo del nostro lavoro è quello di costruire una struttura organica attraverso la quale interrogare le carte e fornire nuove suggestioni per future ricerche su temi non ancora indagati, sia sulla figura di Adelaide Ristori sia sulla storia del teatro dell’Ottocento.

Tra le serie e le collezioni individuate e in parte già lavorate, ve ne sono alcune di notevole interesse, come la ricchissima serie della corrispondenza composta da 31.561 lettere ordinate in senso cronologico intercorse tra Adelaide Ristori e i suoi famigliari, ma soprattutto i suoi più stretti collaboratori e gli attori della Compagnia, con personalità del mondo del teatro e dello spettacolo, impresari e direttori di teatro, cantanti, attrici e attori a lei contemporanei come Tommaso Salvini, Ernesto Rossi, Eduardo Scarpetta, Emma e Irma Gramatica ed Eleonora Duse, con uomini di governo come Camillo Benso conte di Cavour, esponenti di case reali d’Italia e di tutto il mondo e, infine, con scrittori di opere teatrali e letterarie come Alexandre Dumas (padre) e Paolo Giacometti. Chiunque abbia avuto modo di consultare queste lettere, avrà visto come attraverso di esse scorra buona parte della storia italiana, e non solo, dell’‘800.

E, ancora, la collezione fotografica composta da 2.028 unità conservate in album d’epoca e in cartelle, 3 dagherrotipi colorati a mano, che raffigurano Adelaide Ristori e la sua famiglia, e un ambrotipo. Sono positivi di diverse dimensioni, dalle cartes de visite ai grandi formati, databili dalla metà del XIX secolo ai primi anni del XX secolo. La collezione contiene fotografie provenienti dai più famosi studi fotografici di tutto il mondo, come quelli di Nadar, Disderi, Mayer & Pierson, Sarony, Schemboche, Alinari, H. Le Lieure, G. B. Sciutto e C. ed è importantissima non solo perché esse ci “raccontano” Adelaide Ristori, ma anche perché consentono di percorrere il cammino della storia della fotografia dalla sua nascita ai primi anni del XX secolo.

La documentazione sarà schedata con un software di descrizione archivistica di cui si è dotata la Soprintendenza, che permetterà la fruizione della documentazione sia da parte di un’utenza specialistica sia da una platea più vasta e differenziata. Inoltre l’intervento prevede il restauro di buona parte della collezione fotografica e la sua completa digitalizzazione, per garantire le più appropriate condizioni di tutela e sicurezza e una più facile accessibilità e conoscenza dei documenti.